IL GRUPPO DI PRATO
Fu costituito dopo la grande guerra ’15-18 per opera dell’allora capitano Amedeo Primi, che raccolse le iscrizioni dei reduci della zona di Prato e di altri alpini immigrati dalle montagne per ragioni di lavoro. Nel 1926 il cap. Primi fu eletto capo del gruppo che aveva la propria sede in Via Cairoli e tale rimase fino alla seconda guerra mondiale.
Dopo le rovine provocate dal conflitto, la tenacia e fedeltà del cap. Primi e dei vari aderenti fecero risorgere il gruppo che ottenne generosa accoglienza presso la sede del CAI di Prato, prima in Via Garibaldi ed infine in Via Ricasoli.
La presenza delle truppe alpine in ordine pubblico sulla “Direttissima” negli anni 1975 e seguenti ha portato una notevole vitalità nel gruppo con l’esigenza di promuovere contatti ed iniziative che facessero meglio conoscere l’esistenza dell’A.N.A. a Prato, anche se in terre lontane dalle tradizionali zone alpine.
Si è partecipato a numerose manifestazioni cittadine e comprensoriali e fu deciso di darsi una sede piu appropriata in considerazione che i locali del CAI risultavano sempre più affollati dalle diverse iniziative del medesimo. Contatti con i Padri di S.Francesco permisero di ottenere un locale allora notevolmente disastrato che il lavoro e la pazienza degli alpini ha trasformato nell’attuale sede.
Con il ritiro dell’ormai anziano Col. Amedeo Primi (1978), si e formato un nuovo Consiglio di Gruppo, capeggiato da Paolo Bartolini: dall’ottobre del 1980 gli alpini si sono trasferiti nel nuovo locale in piazza San Jacopo, dove sono rimasti fino al 2018. Hanno cercato di vitalizzare il gruppo sia con iniziative all’interno, sia con la partecipazione ai momenti più importanti della via comunitaria. Alla morte del compianto Col. Cav. Amedeo Primi fu deciso di dedicare il Gruppo alla Sua memoria.
Nel settembre 1983 il Gruppo ha organizzato il Raduno Sezionale ospitato nella città di Prato e nel 2001 ha avuto, unitamente alla Sezione di Firenze di cui e sempre stato parte integrante, l’occasione di organizzarlo nuovamente, ricordando agli alpini di Prato i veri ideali di vita e di amicizia validi sia in tempo di guerra che di pace, richiamando l’attenzione di altri alpini non ancora aderenti all’A.N.A. perché ricordino che esistono degli amici che li attendono.